Applicazione
Decorazione in rilievo ottenuta durante la lavorazione, quando il vetro è ancora caldo, apportando vetro sulla superficie del pezzo.
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Avventurina
Vetro translucido spruzzato di particelle con ossidi metallici brillanti, per ottenere un'imitazione del quarzo avventurina. Il vetro veneziano viene fatto con particelle metalliche di rame create con una reazione chimica inserendo nel "bolo" ossido di rame.
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Battuto
Consiste nel levigare la superficie "battendola" su una mola a freddo ottenendo una serie di "bolli" di varie forme dando all'oggetto l'apparenza di essere stato battuto come il ferro.
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Bulicante
Vetro di grosso spessore costituito da vari strati di piccolissime bollicine d'aria. Si ottiene introducendo il vetro in un particolare stampo ricoperto da punte metalliche, lasciando piccoli fori sulla superficie del vetro fuso; procedendo alla sommersione con un altro strato di vetro si trasformano in bolle d'aria. Lavorazione ideata da Flavio Poli negli anni'30 con la collaborazione di Archimede Seguso.
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Calcedonio
Vetro ottenuto mescolando metalli di colore diverso per imitare le pietre come l'agata, il calcedonio, l'onice, la malachite e il lapislazzuli. Questo tipo di lavorazione fu creato a Venezia nel tardo XV secolo. Tecnica riscoperta da Lorenzo Radi verso la fine dell'ottocento.
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Canna
Vetro realizzato utilizzando cannette di vetro rotonde o piatte e multicolori accostate o sovrapposte e poi fuse e soffiate. L'oggetto ottenuto risulta di grande effetto cromatico e decorativo.
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Corroso
Vetro ottenuto mediante l'uso di acido fluoridrico applicato al vetro dopo che lo stessa superficie è stata ricoperta con una particolare resina che si screpola asciugando, in modo che solo attraverso le crepe il vetro venga intaccato dall'acido e la restante superficie resta intatta. Tecnica sviluppata alla Venini a metà degli anni trenta da Carlo Scarpa.
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Crudo
Tecnica con la quale si ottiene un vetro volutamente non portato al raggiungimento del punto di fusione. Con questa tecnica si ottengono varianti di colore, delle bolle d'aria e delle irregolarità simili al vetro "pulegoso" ma senza avere l'aspetto spugnoso.
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Fenicio
Vetro decorato con un avvolgimento di fili in vetro lattimo, lavorato con un attrezzo di nome "maneretta", ottenendo una decorazione ondulata simile a quella del vetro a piume o a festoni.
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Filigrana
Una delle tecniche più antiche in uso già nel XVI secolo. Si ottiene ponendo, su una lastra metallica, delle canne in vetro trasparente con all'interno un'anima colorata, scaldandola fino al raggiungimento del punto di fusione e quindi si fa rotolare su un oggetto di forma cilindrica a cui aderisce. La quasi totalità delle vetrerie veneziane fanno uso di detta tecnica. Negli anni '50 e '60 Archimede Seguso realizza degli oggetti in filigrana adottando una particolare tecnica di preparazione e molatura delle canne vitree.
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Fumato
Vetro ottenuto esponendo, durante la lavorazione, la superficie dell'oggetto al fumo di una fiamma di legno; così facendo una quantità di particelle grigiastre aderiscono alla superficie. L'oggetto viene in fine ricoperto con uno strato di vetro. Tale tecnica venne creata da Alfredo Barbini presso la V.A.M.S.A. negli anni '30.
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Ghiacciato
Tale effetto si ottiene immergendo il pezzo semilavorato ancora caldo, circa 800 °C, in acqua fredda e poi di nuovo in forno. Con questa tecnica si ottiene una superficie percorsa da una "craquelure" simile al ghiaccio quando è screpolato. Il procedimento può essere ripetuto più volte per ottenere un effetto più o meno marcato. La tecnica ghiacciata è entrata in uso a partire dal '500.
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Incalmo
Tecnica veneziana che consiste nel far combaciare perfettamente a caldo due o più elementi di diverso colore per poter ottenere la forma desiderata modellandoli tra loro. Per questo procedimento si necessita di grande abilità da parte del maestro. Famosi sono i vasi a doppio incalmo, presentati da Venini alla Biennale del '62, come il "Cappello del Doge" su disegno di Thomas Stern.
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Incamiciato
Tipo di vetro simile al "sommerso", ma solitamente più sottile composto da due strati di vetro sovrapposti.
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Incisione alla mola
Tecnica nata in Boemia nel XVI secolo, giunge poco dopo a Murano. L'incisione viene eseguita con l'utilizzo di varie punte che possono essere di due tipi: al carbonio o di metallo tenero tipo il rame. Particolere interesse hanno incontrato gli oggetti incisi da Franz Pelzel per la S.A.L.I.R.
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Iridescente
Fenomeno ottico che consiste nella scomposizione della luce nei sette colori primari, con effetto cangiante. L'iridescenza può essere provocata da eventi naturali come l'interramento, per i vetri antichi, che hanno come conseguenza l'usura della superficie causata dall'acido carbonico presente nei terreni. Artificialmente mediante agenti chimici gettati sul pezzo quando è caldo. Tale tecnica raggiunge la massima raffinatezza nei vetri di Loetz e Tiffany.
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Lattimo
Tipo di vetro bianco simile alla porcellana. Si ottiene opacizzando il vetro con ossido di stagno. Il lattimo venne usato nel '600 e '700 come imitazione della porcellana cinese, soprattutto per oggetti decorati a smalti. Riscoperto nel '900 ad opera di vetrerie quali la Barovier & Toso e la MVM Cappellin; negli anni '50 si raggiungono importanti risultati come nel caso di Fulvio Bianconi con le figure della serie "Commedia dell'Arte" eseguite per Venini.
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Murrina
Tecnica risalente all'epoca romana; caduta in disuso viene ripresa alla metà dell'ottocento raggiungendo l'apice nei primi '900 con gli oggetti degli Artisti Barovier. La tecnica di realizzazione consiste nella preparazione di un fascio di canne in vetro multicolore disposte in modo da ottenere il disegno prestabilito, quindi si procede alla fusione ed in seguito al taglio in piccoli dischi. Gli stessi vengono posti su una piastra metallica per ottenere il disegno voluto, riscaldati e quindi fatti aderire su un manufatto di forma cilindrica attaccato alla canna da soffio.
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Musivo
Tecnica ideata da Mario DeLuigi per Salviati nel '36; è ottenuta dall'unione a caldo di tessere vitree simili a quelle utilizzate per la composizione dei mosaici.
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Opaline
Vetro translucido opacizzato mediante ceneri di ossa calcinate e colorato con ossidi metallici in varie tonalità di colori.
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Oriente
Con questa tecnica si evidenziano due tipi di vetro. Il primo realizzato da Ercole Barovier nel 1940 formato da un motivo "tartan" fatto con canne nere applicate su un fondo trasparente e rifinito con applicazione di foglie d'argento. Il secondo realizzato da Dino Martens nel '50 per l'Aureliano Toso, eseguendo vasi dalle forme assimetriche, con ricchi cromatismi ottenuti con chiazze di paste vitree di colore giallo, rosso, blu, avventurina, frammenti di canne in zanfirico e il caratteristico "fiore" formato da un raggio di canne in lattimo e nere.
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Pennellato
Vetro caratterizzato da bande irregolari di vetro colorato incluso nel vetro trasparente che viene riscaldato, soffiato e modellato; tale tecnica è stata ideata da Carlo Scarpa alla Venini.
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Pezzato
Vetro composto da grosse tessere di vetro squadrato e di colore diverso, fuse insieme in una sorta di mosaico. Le tessere vengono accostate una all'altra fondendole in modo che si saldino formando un vetro piano e con questo viene realizzato l'oggetto.
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Primavera
Vetro creato da Ercole Barovier per la Barovier & Toso alla fine degli anni '20, caratterizzato da un vetro incolore contenente filamenti biancastri ed irregolari simili ad una ragnatela. La sua formula non è nota ma frutto di mera casualità.
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Pulegoso
Ideato da Napoleone Martinuzzi per Venini alla fine degli anni '20. Si ottiene con inclusione di una miriade di bollicine d'aria, la maggior parte in superficie, che conferiscono all'oggetto un aspetto butterato simile ad una buccia d'arancio.
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Reticello
Tecnica già conosciuta nel XVI secolo; è una variante della filigrana, caratterizzata dalla disposizione ad intreccio doppio delle canne usate per la decorazione.
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Rugiada
Vetro ideato da Ercole Barovier per la Barovier & Toso nel 1940. Per ottenere questo vetro si ricopre la superficie con moltissime schegge di vetro fuse in ricottura, simili a piccole gocce di rugiada. Talvolta si inglobavano foglie d'oro per impreziosire l'oggetto.
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Sabbiatura
Tecnica simile all'acidatura che si ottiene decorando l'oggetto mediante un getto di sabbia con un particolare attrezzo ricoprendo la superficie con un'apposita maschera. Si possono ottenere differenti effetti utilizzando varie qualità di sabbie o modificando la pressione del getto.
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Scavo
Vetro creato da Cenedese che imita l'effetto dei vetri scavo, dovuta alla lunga permanenza sottoterra. Si ottine applicando minerali in polvere sulla superficie dell'oggetto.
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Smalto
Questa decorazione, in uso a Murano fin dall'antichità, si ottiene in due fasi: si dipinge la superficie con smalti e quindi si inserisce l'oggetto decorato all'interno di uno speciale forno detto "muffola" dove il calore al suo interno è inferiore a quello necessario alla fusione del vetro, facendo aderire alla parete dell'oggetto gli smalti in modo permanente.
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Sommerso
Vetro costituito da uno strato esterno di vario spessore sovrapposto ad uno strato di diverso colore. E' ottenuto a caldo immergendo il vetro in crogioli di diversi colori. L'oggetto risulta costituito da vari strati di spessore e colore differenti.
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Tessuto
Creato da Carlo Scarpa per Venini negli anni '30; simile alla filigrana ma ottenuto usando canne sottilissime unite con alternanza di colori e appiattite in modo da formare delle strisce simili a nastri di tessuto, unite e manipolate per ottenere il disegno voluto.
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Zanfirico
Tecnica simile a quella della "murrina". Si ottiene unendo un fascio di canne di vari colori e si riscalda fino alla fusione; successivamente si attaccano due canne all'estremità del fuso e vengono tirate e fatte roteare formando una spirale. Lo zanfirico è il termine moderno usato a Murano per chiamare il vetro a "retorti".
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